Come Funziona un Impianto Fotovoltaico Domestico

Come Funziona un Impianto Fotovoltaico Domestico

Sempre più spesso ci capita di buttare l’occhio sui tetti delle abitazioni all’interno delle nostre città e di notare la presenza di un impianto fotovoltaico. Questo perché il trend degli estimatori di questa tecnologia è in continua crescita e non accenna a fermarsi. Il funzionamento di un impianto di questo tipo è abbastanza semplice e lo si può dedurre anche dalle parti di cui è composto. In primo luogo abbiamo i classici pannelli fotovoltaici, detti anche moduli, seguiti dalla presenza di un inverter, capace di trasformare la corrente continua in alternata, per finire con sistemi elettrici e cavi impiegati per il funzionamento complessivo delle componenti.
I moduli fotovoltaici sono formati da celle, in genere costituite da silicio cristallino, ma comunque da materiali in grado di captare i raggi solari e veicolarli per un successivo utilizzo.

Tipi di impianto e funzionamento.

Quando parliamo di fotovoltaico possiamo innanzitutto distinguere tra impianti “grid connected” e impianti “stand alone“. Nel primo caso si ha un collegamento alla rete di distribuzione elettrica, mentre la seconda tipologia si riferisce ad utenza singola posta in genere in zone non fornite dalla normale rete di distribuzione, come la classica casa in montagna, la barca o un camper.
Andando un pochino più a fondo possiamo far cenno agli impianti cosiddetti “orientabili”, capaci letteralmente di seguire il sole durante il suo andamento giornaliero e perciò molto più efficienti rispetto ai classici pannelli fissi, con una possibilità di irraggiamento nettamente maggiore durante la giornata e quindi una produzione più rilevante. Questi presentano però costi elevati, almeno durante la fase iniziale di acquisto e montaggio, ed inoltre gli interventi di manutenzione potrebbero essere difficoltosi oltre che onerosi.
O ancora gli impianti “a concentrazione“, che si basano su sistemi di specchi e lenti che, correttamente posizionati, sappiamo aumentare l’efficienza diminuendo la superficie di pannello esposta alla luce solare.
Sono in fase di sperimentazione tantissime varianti di impiantistiche riguardanti il fotovoltaico, questo perché l’utilizzo di fonti rinnovabili, in ambito domestico e non solo, garantisce un gran risparmio in bolletta, permette al consumatore di rispettare l’ambiente ed è inoltre incentivato da un buon numero di agevolazioni di tipo fiscale.

Come dimensionare l’impianto in base alle proprie esigenze d’utilizzo.

Comprendere quali siano le reali necessità energetiche della propria casa è il primo passo da compiere quando si pensa di acquistare un impianto fotovoltaico, andando a considerare sia l’aspetto economico in senso stretto che quello tecnico e tecnologico, contemplando ad esempio l’idea di munirsi di sistemi di accumulo, ossia batterie capaci di immagazzinare l’energia prodotta in eccesso durante la giornata.
Altri fattori da considerare sono il posizionamento dei pannelli, la tipologia di inverter ed appunto gli incentivi a disposizione.
L’attuale normativa porta gli utenti al dimensionamento accurato del proprio impianto, che non si discosta quasi mai, almeno in ambito domestico, dai 3-6 kW.
In pratica il consiglio è quello di non superare la soglia di energia abitualmente consumata in casa, poiché la vendita derivante dall’immissione in rete del surplus energetico non sarebbe alla fine poi tanto conveniente, senza considerare il fatto che tali introiti verrebbero sottoposti a tassazione secondo aliquota. Ecco che quindi ci si orienta verso un impianto magari più piccolo ma dotato di sistemi di accumulo. Nella stima dei consumi si terrà conto naturalmente della zona di residenza, dell’esposizione ai raggi solari durante le ore di sole e della presenza di elettrodomestici particolarmente energivori.
In questo discorso si inserisce la presa in considerazione dell’acquisto di una pompa di calore alimentata ad elettricità da acquistare per ottimizzare l’utilizzo dell’energia elettrica prodotta tramite i pannelli fotovoltaici. In questo modo si andrebbe a ridurre contestualmente la bolletta del gas, implementando la quota di elettricità utilizzata e proveniente dall’auto-produzione.
L’aggiunta di una batteria può ulteriormente ridurre i costi.
Un buon metodo per non far arrivare l’energia prodotta tramite pannelli fotovoltaici alla rete di distribuzione nazionale è quindi quella di acquistare delle batterie di accumulo. Anche questa tipologia di dotazione gode delle detrazioni fiscali al 50% e quindi risultano essere convenienti in termini di investimento e di rientro delle spese, in tempi più o meno brevi.

 

Costi e capacità di impianto.

Un buon metodo per farsi un’idea dei prezzi e delle offerte presenti attualmente sul mercato è quello di navigare in rete, andando a visualizzare pagine specializzate e relativi proposte commerciali. Ovviamente non è tutto oro ciò che luccica ma ogni informazione è utile al fine di costruirsi un quadro generale e di non incorrere in spiacevoli inconvenienti.
Fatto ciò si può utilizzare ciò che si è appreso e riportarlo alle nostre effettive necessità, considerando che attualmente un impianto di tipo residenziale viene valutato per più o meno 2000 euro a kW, cifra comprensiva di installazione, consulenze, autorizzazioni e materiali. Per ogni kW di capacità è necessaria la disponibilità di circa 7 metri quadri di superficie per l’installazione.
Per fare alcuni esempi potremmo dire che un impianto da 3 kW ha all’incirca un costo totale, considerando anche l’iva al 10%, di 7000 euro che, una volta applicate le attuali agevolazioni fiscali, arriverebbe a circa 4000 euro chiavi in mano. Per un impianto da 6 kW le cifre si aggirerebbero attorno ai 13.000 euro (7.000 euro con agevolazioni) e per uno da 9 kW attorno ai 18.000 euro (10.000 euro con agevolazioni).

 

Agevolazioni fiscali e convenienza.

Parlando di incentivi connessi all’acquisto di un impianto fotovoltaico domestico citiamo innanzitutto la detrazione fiscale del 50% relativa alle ristrutturazioni edilizie, con cifre che verrebbero poi spalmate sui 10 anni successivi e valevole solamente per le persone fisiche. E’ opportuno in questo contesto effettuare i pagamenti tramite bonifico bancario e fornire tutta la documentazione necessaria all’ottenimento dell’incentivo.
Inoltre non va dimenticata la già citata iva al 10%, relativa al fotovoltaico inteso come bene significativo.
Si consiglia in ogni caso di rivolgersi a personale competente e soprattutto a conoscitori delle normative vigenti che sappiano seguire passo passo tutto l’iter burocratico, oltre che sappiano consigliare il consumatore e dirigerlo verso la scelta più adatta alle proprie esigenze di consumo.

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