Quanto costa un chilowattora kWh di energia in bolletta?
Facciamo chiarezza sul calcolo del costo dell’elettricità, in modo da consentire un più facile confronto delle tariffe
Con gli aumenti energetici registrati negli ultimi mesi e le quotazioni dell’energia elettrica che è volata alle stelle (qui i valori dell’indice PUN all’ingrosso degli ultimi mesi) sono sempre di più cittadini e imprese che si chiedono: ma quanto costa un kWh di corrente? Quanto paghiamo di elettricità nella bolletta? E soprattutto, come si trova un fornitore luce più conveniente?
Per rispondere a queste domande, proviamo a fare un po’ di chiarezza, in modo da rendere più semplice la comprensione della bolletta e, dunque, la comprensione di quanto davvero la componente energia fatturata in bolletta rispetto alle altre voci “indirette”.
1° Errore: dividere il totale in bolletta per i consumi
La tentazione è forte e tanti call center avvalorano questo metodo, che è completamente sbagliato. Dividere il totale in bolletta per i consumi fatturati NON è un buon modo per capire quanto costa un chilowattora di energia.
Per quale motivo? Semplicemente perché ci sono voci di spesa fisse e voci variabili, per cui, due utenze con lo stesso prezzo dell’energia, ma con consumi molto diversi, potrebbero ottenere un risultato molto diverso sul “prezzo tutto incluso”.
Questa è anche la ragione per cui non può esistere un prezzo “tutto incluso” ben definito a priori. Le componenti fisse riducono la loro incidenza al crescere dei consumi e viceversa. Per cui chiunque parli di prezzo finito di imposte e oneri in fase di promozione sta di fatto facendo una stima, ma non può in alcun modo contrattualizzare quel prezzo.
Le Voci di Costo nella Bolletta Luce
Alcuni consumatori pensano che in bolletta ci sia solo il costo vivo dell’energia elettrica, altri invece pensano che ci siano più costi fissi che energia in fattura. Vediamo come stanno davvero le cose. In bolletta troviamo:
- Spesa per la Materia Energia
- Oneri Generali di Sistema
- Spese di Trasporto, Distribuzione e Misura
- Accise
- IVA
- Canone televisivo (in fase di eliminazione)
Quanto incide ogni voce sul totale della bolletta?
Premesso che l’incidenza varia lievemente in base ai consumi di ogni utenza, possiamo dire che, per la famiglia tipo italiana, i valori in percentuale sono quelli diffusi dall’ARERA nell’ultimo trimestre:
Nel grafico, elaborato e diffuso dall’ARERA, non sono presenti gli oneri di sistema, in quanto sono stati azzerati dagli interventi del governo con il Dl. Aiuti Bis.
Visto il recente aumento dei prezzi, l’incidenza della spesa per la materia prima è notevolmente aumentata negli ultimi mesi, per cui oggi più che in passato è fondamentale sottoscrivere dei contratti con un prezzo dell’energia basso e conveniente.
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Approfondiamo ora le singole voci di costo in modo da
La Spesa per la materia Energia
La spesa per la materia energia è la parte più interessante delle bolletta, in quanto è l’unica parte su cui il consumatore può intervenire, scegliendo una tariffa più conveniente.
In ogni caso, la spesa per la materia energia non è tutta variabile, ma è composta da alcune voci di costo fisse e alcune variabili in base ai consumi.
Voci fisse materia energia
Le componenti fisse della materia energia sono:
- PCV: prezzo di commercializzazione e vendita (chiamato CCV da alcuni operatori). Si applica sia nel mercato tutelato che in quello libero.
- DispBT: valore fisso a scaglioni, si applica solo nel mercato tutelato a compensazione tra il valore di PCV e i costi realmente sostenuti dalle società di vendita nel mercato di maggior tutela
Voci variabili materia energia
Le componenti proporzionali ai consumi della materia energia sono:
- PE: prezzo dell’energia al kWh, che è il prezzo contrattualizzato, incluse le perdite di rete (che rappresentano il 10% circa sul prezzo netto dell’energia)
- PD: prezzo di dispacciamento a copertura dei costi di gestione dei trasferimenti di energia sulla rete
- PPE: componente di perequazione (solo nella maggior tutela) per garantire che i costi pagati dalle società in tutela per la PE e il dispacciamento siano corrispondenti alle spese realmente sostenute
Il Prezzo dell’Energia nel Mercato Tutelato e in quello Libero
Una volta compreso che il prezzo proposto dai vari operatori è, di fatto, la componente PE, a cui aggiungere il PCV che varia da tariffa a tariffa, arriviamo alla domanda più classica e ricorrente: ma quanto costa un kWh nel mercato tutelato? Quanto costa un kWh di energia nel mercato libero?
Ecco i prezzi dell’energia a confronto:
Tariffe Luce Servizio Elettrico Nazionale vs Tariffe Luce Mercato Libero
Prezzo Luce
Tariffe valide fino al 31/12 - Fonte dati Servizio Elettrico Nazionale
del Giorno Tariffe Mercato Libero
Prezzo Luce
Oneri generali di Sistema
Il costo finale degli oneri di sistema è dato da una parte fissa, presente solo per le utenze non domestiche, e una parte variabile, cioè che varia sulla base dei consumi effettivi di energia. In proporzione, quindi, le utenze non domestiche pagano molto di più, soprattutto se i consumi sono molto bassi (per via della parte fissa). Gli oneri di sistema sono uguali per tutti i fornitori e tutti i mercati.
Gli oneri di sistema sono suddivisi in due componenti più specifiche:
- Asos: oneri generali relativi al sostegno delle energie rinnovabili ed alla cogenerazione
- ARIM: rimanenti oneri generali
Spese di Trasporto, Distribuzione e Misura
Conosciuto anche come prezzo di trasporto e gestione del contatore, è il costo a copertura delle spese sostenute per trasportare l’energia sulle reti nazionali e per gestire la distribuzione sulle reti locali in bassa tensione, oltre ai costi per installazione, sostituzione e gestione dei contatori e delle tele letture.
Le spese di trasporto sono composte da:
- una quota fissa per POD (euro/anno)
- una quota fissa a scaglioni per ogni kW di potenza installata (euro/kW/anno)
- una quota variabile sulla base dei consumi contabilizzati nel periodo di fatturazione (euro/kWh)
Accise
Le accise sull’energia elettrica sono un’imposta strettamente legata ai consumi. Per consumi di utenze domestiche residenti, fino a 1.800 kWh annui (150 kWh mese) non viene applicata nessuna accisa. Oltre i 150 kWh mese di consumi per le utenze domestiche residenti, si applica un costo di 0,0227 euro per kWh.
Per le utenze aziendali, gli scaglioni sono differenti e l’incidenza delle accise decresce all’aumentare dei consumi.
IVA
L’imposta sul valore aggiunto IVA viene applicata nella misura del 10% nel caso di utenze domestiche su tutte le voci viste in precedenza, incluse le accise.
Nel caso di utenze business, l’IVA applicata è quella ordinaria al 22%, a meno che l’azienda non abbia i requisiti per richiedere l’aliquota ridotta, sulla base della tipologia di attività svolta.
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Come usare queste informazioni per risparmiare?
Ora che abbiamo capito quali voci compongono il prezzo in bolletta e come ogni voce incide alla costruzione del totale della fattura dell’energia elettrica, vediamo come sfruttare queste informazioni per risparmiare.
Come abbiamo visto, alcune voci sono proporzionali alla potenza del contatore, per cui, laddove non necessario, è sempre bene richiedere una riduzione della potenza al minimo indispensabile. Nelle bollette precedenti è sempre presente la voce relativa alla massima potenza assorbita nel periodo di fatturazione, che può aiutare ad orientare la scelta sulla potenza più idonea per le proprie esigenze.
Inoltre abbiamo visto che anche le accise hanno una area di non applicazione al di sotto dei 1.800 kWh di consumi annui. Per chi supera leggermente tale soglia, potrebbe valutare l’installazione di un pannello fotovoltaico plug and play da balcone per ridurre i consumi e scendere sotto tale soglia, risparmiando così i costi delle accise e della relativa IVA (oltre, ovviamente, al costo della materia prima autoconsumata e delle voci variabili che si sarebbero applicate su tali consumi).
Infine, è importante scegliere una tariffa che abbia un costo della PE il più basso possibile, tenendo comunque presente che il PCV ha un’incidenza decrescente all’aumentare dei consumi. Per cui, chi ha consumi molto alti può scegliere una tariffa con prezzo al kWh basso, anche a fronte di un PCV più alto. Chi, invece, ha consumi molto contenuti, può optare per una tariffa che abbia un PCV più basso, anche se il prezzo dell’energia al kWh non è il più basso in assoluto.
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Laureato in Economia alla Bocconi, è tra i fondatori di Abbassalebollette. Esperto del mercato dell’energia e della green economy, approda in Abbassalebollette.it dopo una ventennale esperienza nel marketing delle principali utility italiane.
Sommario:
- 1 Facciamo chiarezza sul calcolo del costo dell’elettricità, in modo da consentire un più facile confronto delle tariffe
- 2 1° Errore: dividere il totale in bolletta per i consumi
- 3 Le Voci di Costo nella Bolletta Luce
- 4 La Spesa per la materia Energia
- 5 Oneri generali di Sistema
- 6 Spese di Trasporto, Distribuzione e Misura
- 7 Accise
- 8 IVA
- 9 Come usare queste informazioni per risparmiare?
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2 Commenti su “Quanto costa un chilowattora kWh di energia in bolletta?”
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16 Novembre 2022 alle 6:47
Buongiorno, potreste sviluppare un articolo in cui simulate dettagliatamente una bolletta descrivendo le voci che la compongono?
In linea generale, informandosi un po’ si capisce abbastanza bene ma molti fornitori non hanno sui loro siti tabelle esplicative sulla composizione delle voci in bolletta e rimandano solamente con dei link ai siti Arera, Terna ecc. ecc. che un comune mortale non guarderà mai.
Un dubbio che a me rimane è solo la voce “Perdite di rete”.
Questa voce corrisponde al consumo per “spingere” l’elettricità nelle infrastrutture per far arrivare a casa, in negozio, in azienda, la corrente. Per chi ha i contratti a bassa tensione (abitazioni/negozi generalmente) Arera le ha valutate in un 10.2%. quindi se consumo 100kwh oltre al costo della materia energia del mio contratto sui 100kwh devo aggiungere anche il 10.2% dei kwh consumati come risultante delle perdite di rete quindi 10.2kwh. Il prezzo di queste perdite di rete è derivante dal costo del PUN medio del mese di riferimento. Quindi diciamo che io ho un costo di materia energia di 0.19 euro a kwh e il pun medio per esempio di agosto è 0.54 euro a kwh se non interpreto male le voci dovrebbero essere:
– materia energia agosto 2022 0.19 euro/kwh consumo 100 kwh costo 19 euro
– perdite di rete agosto 20220 (10.2% di 0.54 euro/kwh =) 0.055 consumo (10.2% di 100kwh) 10.2kwh costo 0.561 euro. é corretto? da qui poi aggiungiamo tutti i costi fissi, accise, iva ecc. ecc. ecc. ma questa parte del costo dell’energia è ben definita in questo modo giusto?
14 Novembre 2023 alle 9:08
Ciao Daniele,
le perdite di rete sono state recentemente aggiornate dalla normativa e sono state fissate al 10%. Per semplificare, rappresentano le fisiologiche perdite di corrente che lo stesso fornitore “subisce” dopo aver acquistato X kWh all’ingrosso e averle rivendute al dettaglio. In breve, un fornitore acquista 100 kWh sui mercati all’ingrosso, ma poi al Punto di Riconsegna (PDR) ne arrivano solo 90, per cui nella fatturazione al cliente va tenuto conto del fatto che il fornitore, per consegnare 100 kWh al cliente finale, ne deve acquistare di più all’ingrosso.
Il calcolo delle perdite di rete, dunque, non può essere fatto calcolando il 10% del prezzo e moltiplicato per il 10% dei consumi, ma bensì moltiplicando il prezzo della materia prima per i consumi inclusivi delle perdite di rete. Per cui, se in fattura hai delle letture per 100 kWh di consumi, il costo totale della materia prima sarà dato dal costo per la materia prima x 110 kWh.
Speriamo di aver chiarito meglio l’argomento.
Lo Staff di Abbassalebollette.it